Finalmente sono riuscita a scrivere il mio primo articolo, non ci ho pensato un secondo, il primo articolo del mio blog doveva assolutamente parlare di EMPATIA! Si sente parlare sempre tanto di empatia, pensando che sia un concetto astratto, ma che cos’è realmente? Partiamo dall’etimologia: il termine deriva dal greco ‘en-pathos’ e tradotto letteralmente significa ‘sentire dentro’. L’empatia è la capacità umana di mettersi al posto degli altri per comprenderli meglio. Saper avvertire e interpretare le emozioni degli altri, comprendere la loro prospettiva ed essere capaci di dare una risposta anche affettiva.
Viviamo in una società dove bisogna sempre essere perfetti, performanti, sul pezzo, dobbiamo andare di fretta, mai mostrarci tristi ma neanche troppo felici, mai stanchi e sempre col sorriso. alla domanda “come stai?” si risponde “tutto bene grazie” guai a far vedere le proprie emozioni.
Le ho sempre un po’ invidiate quelle persone che riescono a nascondere tutto, mi son sempre sembrate forti.
Io a reprimere o a far finta di niente non ci sono mai riuscita. Quando ero piccola non capivo il perché riuscissi a sentire sempre tutto e tanto. Finché, crescendo, ho capito che possedevo una grande, enorme, sensibilità. Da odiarla terribilmente, ho incominciato, pian piano, ad amarla.
A capire che quello che possedevo non era un difetto ma un grande dono.
E da questo dono ho costruito il mio lavoro.
Son sempre stata un’inguaribile romantica, si sà, non organizzerei matrimoni. Ma quello che più amo del mio lavoro è che io sono a stretto contatto con l’emozioni delle persone, con il loro lato più vero.
Il giorno del matrimonio è impossibile far finta di niente, è un tripudio di emozioni. Ecco io quando vedo le persone emozionarsi ho vinto tutto
Il mio lavoro mi permette di vivere tutto questo e io ne sono follemente innamorata.
La wedding planner dev’essere preparata e in costante aggiornamento. Deve avere una buona dote organizzativa, ha una soluzione per ogni problema, deve valutare le tempistiche, conoscere tessuti, mise enplace, fiori, tutto. Ma prima delle conoscenze tecniche deve possedere una dote imprescindibile: l’empatia.
Nel mio lavoro l’empatia è necessaria per poter creare una connessione con gli sposi anche a distanza e riuscire così a percepire richieste e le motivazioni di queste richieste.
Insomma nelle relazioni interpersonali o lavorative l’empatia diventa la principale e forse unica “chiave di accesso” ai sentimenti, agli stati d’animo, alle motivazioni e più in generale al mondo dell’altro. Grazie ad essa si può, non solo afferrare il senso di ciò che afferma l’altra persona, ma coglierne anche il significato più profondo, sintonizzandosi sulla sua stessa “lunghezza d’onda” psico-emotiva.
E non è bellissimo? Siamo tutti interconnessi.
Per usare le parole di Martin Hoffman, l’empatia è come:
“la scintilla che fa scaturire l’interesse umano per gli altri, il collante che rende possibile la vita sociale”.
L’ascolto che diventa appunto empatico, è uno degli strumenti basilari di una comunicazione interpersonale efficace.
Il mio lavoro mi ricorda che siamo umani, siamo essere sociali. E lavorare a stretto contatto con tutto questo per me non ha prezzo.